15 aprile 2012. Ore 8.00. Bum! Parte la mia prima TCE!
Non ero mai stato sui Colli Euganei, se non di passaggio..sono particolari (strani per me che vengo dal Carso), dal nulla spuntano verso l'alto e raggiungono altezze anche importanti. Per festeggiare l'occasione la sera andiamo in un ottimo agriturismo con vista sui colli.
Vista sui Colli |
Mi guardo attorno.. il sorriso è stampato sulle labbra di ognuno nonostante la pioggia... tra me e me penso che sarà un diverimento correre questa TCE.
Siamo in più di 500 incolonnati verso i primi ampi tratti di sterrato sotto una quasi piacevole pioggerellina...ed è una sorpresa ritrovarsi in mezzo ad altri trailers, pure forti, accompagnati da quel "cif..ciaff...ciff..ciaf.." di scarpe e fango.
I colorati corridori diventano esperti di mimesi dopo pochi kilometri di corsa...fanghi dai colori e sfumature che nemmeno mi immaginavo, coprono prima scarpe, poi calzettoni, fino a disegnare schizzi artistici su zaini e schiene dei partecipanti. Mi sento bene in quel contesto..proseguo sapendo che ho 42 km da fare in un ambiente sconosciuto (ma fantastico) e con condizioni difficili...3 in particolare: dislivello (mai fatto 2000 d+), lunghezza del tracciato (alla mia seconda 42 km), pesantezza del terreno.
La motivazione c'è, il sale in zucca anche. Quindi si prosegue.
In questo post non mi soffermerò a fare le lodi dell'organizzazione e dei volontari, alpini e non... sono loro i veri protagonisti... il resto lo si trova in rete, ad esempio sul bel forum di spiritotrail.it .
Ci siamo divertiti, sì, devo proprio dire di sì!
Un po' come bambini che giocano nel fango... un po' come grandi che giocano nel fango...il trail running non ha età, chiunque tu sia una corsa come la TCE riserva speciali e uniche sensazioni che ricorderai per sempre.
Il Parco dei Colli Euganei devo dire che mi è rimasto nel cuore... mentre correvo pensavo alla fortuna di abitare vicino a dei posti così belli (e allenanti).
Arrivo al ristoro alla base del Monte della Madonna |
Fino ai 20 km mi sento benino, corro senza esagerare in compagnia di qualche gruppetto alla mia portata... appena poi mi chiedo "Sarò Stanco?" iniziano i fastidi... qualche indurimento muscolare, qualche crampetto..nulla di serio. Dopo il 26° km arriva la crisi, accompagnata da crampi al polpaccio e al quadricipite. Resisto, perdo posizioni continuamente, ma tutto sommato riesco a continuare.
Secondo me oltre una certa distanza (ad esempio 30 km), si capiscono molte cose... durante la TCE ho avuto tempo di ascoltarmi, di superare il dolore, di provare ad andare avanti ed alienare i pensieri negativi (la tentazione, stupida, era persino quella di deviare per la 21 km).
Sapevo a cosa andavo incontro... o quasi... il profilo altimetrico l'avevo studiato, anche se ad ogni ristoro approffittavo di ridare un'occhiata sullo stato di avanzamento "dei lavori".
Reset: inizia il Monte della Madonna |
Sapevo che l'ultima (penultima in verità) asperità era quella del Monte della Madonna...nome che è tutto un programma...
Non ci provo nemmeno a correre; all'ultimo ristoro prima della salita tutti arrivano pimpanti e li guardo un po' stralunato... io invece più di mugugnare per salutare qualcuno che incrocio o che mi incita ad andare avanti, non ce la faccio proprio...direi che in quel momento non ero molto in forma (la foto testimonia bene...).
Vabbé, cammino dunque...persino sui tratti in piano, come se ripartire mi avrebbe tolto ogni forza in corpo. La salita inizia piano piano... qualche traverso, qualche salitella...poi inizia il sentiero in mezzo al bosco (magnifico)...la sua bellezza mi distrae e quasi mi sembra di non far fatica...il ristoro a metà salita mi permette di bere e togliermi quell'arsura in bocca provocata da due biscotti che ho osato mangiare. Infine l'ultimo tratto fino in cima... fango che schiocca... divertente, ma molto pesante. Ho ancora grip e proseguo. Lassù non vedo la Madonna (quella l'ho vista un po' prima di arrivare in cima!!), ma fa un freddo cane (chissà quelli che son partiti in canottiera!) e un nebbione non ti fa vedere a più di una decina di metri. Qui meglio scendere prima possibile... e così sia.
Bella la discesa verso l'arrivo, anche se me la sarei goduta di più se fossi stato più fresco.. ormai i muscoli sono indolenziti e al limite dei crampi, ma il dolore è comunque tenue. A questi acciacchi si aggiungono anche un dolorino del ginocchio sinistro e dell'anca destra... ma ci sono quasi...ecco arrivato!
TCE portata a casa!!!
5 h 37 m 10 s ...di fango, pioggia...e divertimento.
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